Jack Black
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  • Nelle ultime 16 serate cinefile (che coincidono con le ultime 16 serate) mi sono dedicato alla filmografia di Richard Linklater, cineasta statunitense di cui – per caso, per colpa o per sfortuna, non saprei – conoscevo pochissimo: a parte le visioni multiple di School of Rock, il nome del regista mi evocava solo Fast Food Nation (la cui visione, nel 2007, fu decisiva per Claudia nella scelta di dire stop alla carne) e l'ottimo Che fine ha fatto Bernadette?, di un paio d'anni fa.
    Adesso, con alle spalle la visione di quasi tutta l'opera dell'autore texano, posso dire di aver scoperto un mondo: alternando con disinvoltura pellicole indipendenti a produzioni mainstream (un agio che mi ha ricordato il miglior Gus Van Sant), Linklater si è rivelato come uno dei massimi cantori dello smarrimento e della fragilità della società americana e del mondo occidentale nel suo complesso, il tutto con una poetica che non cede mai alla retorica, alla presa facile, alla conclusione narrativa che ci piacerebbe vedere, e al contempo, dal punto di vista dello stile, senza mai mettersi in mostra, facendo film normalissimi, senza flashback né flashforward né frammentazione, senza movimenti di macchina compiaciuti né inquadrature ardite. Ama il piano sequenza, talvolta, Linklater, ma solo perché è innamorato dei suoi personaggi e li lascia dialogare liberi sullo schermo, non per fare sfoggio di abilità tecnica.
    E poi, in fondo, i suoi film sperimentali e i suoi film "normali" parlano degli stessi temi: del fatto che perdere è crescere e crescere è perdere, dell'amore come imperfetta ma fortissima forza motrice, della vacuità dell'idea di successo, del tempo come dimensione che tutto accoglie e raccoglie (imprescindibili, in questo senso, la Before Trilogy, tra i migliori film sentimentali visti da molto tempo, e il capolavoro Boyhood, un film la cui realizzazione è la ragion d'essere del film medesimo).
    Insomma, il mio consiglio è di recuperare tutti i titoli linklateriani, facendo attenzione, nel caso, al fatto che ci si potrebbe trovare davanti a una bella storia da seguire così come a una folle pellicola visionaria.
    Viva il cinema di Richard Linklater!

    [School of Rock • Tutti vogliono qualcosa • La vita è un sogno • Suburbia • Bad News Bears - Che botte se incontri gli Orsi • Bernie • A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare • Slacker • Waking Life • Tape • Newton Boys • Before Sunrise - Prima dell'alba • Before Sunset - Prima del tramonto • Before Midnight • Boyhood • Last Flag Flying]
    Nelle ultime 16 serate cinefile (che coincidono con le ultime 16 serate) mi sono dedicato alla filmografia di Richard Linklater, cineasta statunitense di cui – per caso, per colpa o per sfortuna, non saprei – conoscevo pochissimo: a parte le visioni multiple di School of Rock, il nome del regista mi evocava solo Fast Food Nation (la cui visione, nel 2007, fu decisiva per Claudia nella scelta di dire stop alla carne) e l'ottimo Che fine ha fatto Bernadette?, di un paio d'anni fa. Adesso, con alle spalle la visione di quasi tutta l'opera dell'autore texano, posso dire di aver scoperto un mondo: alternando con disinvoltura pellicole indipendenti a produzioni mainstream (un agio che mi ha ricordato il miglior Gus Van Sant), Linklater si è rivelato come uno dei massimi cantori dello smarrimento e della fragilità della società americana e del mondo occidentale nel suo complesso, il tutto con una poetica che non cede mai alla retorica, alla presa facile, alla conclusione narrativa che ci piacerebbe vedere, e al contempo, dal punto di vista dello stile, senza mai mettersi in mostra, facendo film normalissimi, senza flashback né flashforward né frammentazione, senza movimenti di macchina compiaciuti né inquadrature ardite. Ama il piano sequenza, talvolta, Linklater, ma solo perché è innamorato dei suoi personaggi e li lascia dialogare liberi sullo schermo, non per fare sfoggio di abilità tecnica. E poi, in fondo, i suoi film sperimentali e i suoi film "normali" parlano degli stessi temi: del fatto che perdere è crescere e crescere è perdere, dell'amore come imperfetta ma fortissima forza motrice, della vacuità dell'idea di successo, del tempo come dimensione che tutto accoglie e raccoglie (imprescindibili, in questo senso, la Before Trilogy, tra i migliori film sentimentali visti da molto tempo, e il capolavoro Boyhood, un film la cui realizzazione è la ragion d'essere del film medesimo). Insomma, il mio consiglio è di recuperare tutti i titoli linklateriani, facendo attenzione, nel caso, al fatto che ci si potrebbe trovare davanti a una bella storia da seguire così come a una folle pellicola visionaria. Viva il cinema di Richard Linklater! [School of Rock • Tutti vogliono qualcosa • La vita è un sogno • Suburbia • Bad News Bears - Che botte se incontri gli Orsi • Bernie • A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare • Slacker • Waking Life • Tape • Newton Boys • Before Sunrise - Prima dell'alba • Before Sunset - Prima del tramonto • Before Midnight • Boyhood • Last Flag Flying]
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  • Blessed week ahead na hii wiki msikule Nyoso
    Blessed week ahead na hii wiki msikule Nyoso
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  • Here’s a lil shadow shaped like
    Here’s a lil shadow shaped like
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